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Spiritualità e carisma

stemma ASGMLo stemma racchiude in sé la spiritualità agostiniana rappresentata dal cuore trafitto e infiammato dalla Parola di Dio e il carisma specifico spinelliano rappresentato dalla freccia trasformata in croce (Gesù) e la M sul libro aperto (Maria).

Il titolo di AGOSTINIANE SERVE Dl GESÙ E MARIA esprime in sintesi la spiritualità e il carisma che Teresa Spinelli ha affidato alla sua Congregazione.

AGOSTINIANE

Il titolo di “Agostiniane” giuridicamente deriva dal fatto che Madre Teresa Spinelli scelse di seguire la Regola agostiniana e ottenne l’aggregazione della sua Congregazione all’Ordine di Sant'Agostino.  Ma cosa accomuna il famoso vescovo di Ippona, vissuto tra il 354 e il 430, prevalentemente nell’Africa settentrionale, e l’ignota Teresa Spinelli, una donna romana trapiantata in Ciociaria, lontana nel tempo e nello spazio dal grande dottore della Chiesa?

Evidentemente il loro modo di sentire non era così dissimile come si potrebbe supporre tenendo conto dei diversi ambienti in cui sono vissuti. A ben vedere, anche la loro vita presenta dei punti di contatto che hanno stimolato in loro risposte simili. Innanzitutto entrambi sono vissuti in momenti storici di rivolgimenti politici con conseguenze sociali e ripercussioni sul piano dottrinale. Da una parte il crollo dell’Impero Romano, le invasioni, le ripercussioni psicologiche di questi avvenimenti: l’incertezza del domani, il bisogno di avere risposte dalla religione e il disperdersi in mille eresie; dall’altra la fine dello Stato Pontificio e di tutti gli staterelli italiani, i moto rivoluzionari, e di nuovo la paura per il futuro e, per alcuni, l’aggrapparsi alla fede, per altri, la guerra aperta alla religione. Agostino e Teresa hanno risposto a queste situazioni innanzitutto con una fede convinta e in secondo luogo adperandosi con ogni mezzo per rafforzare la fede anche nelle persone loro affidate: “L’amore per la verità ci induce ad imparare, il dovere della carità ci obbliga ad insegnare”  è un motto di S. Agostino, particolarmente desideroso non solo di conoscere sempre di più Dio ma anche di condurre gli altri a questa conoscenza (frase sull’attaccarsi a Dio e lasciar posto anche agli altri perché si aggrappino). Quattordici secoli più tardi, Teresa Spinelli esclamerà:Quanto sarà bello il Cielo, Regno di quel Dio che noi serviamo! Ma quanto sarà più bello per noi, se ci seguiranno più schiere di anime, conquistate con le nostre fatiche, avvalorate dai meriti di Gesù Cristo”.

Un importante punto di contatto tra Teresa e Agostino è l’aver sentito forte entrambi l’esigenza della vita comune come mezzo privilegiato per raggiungere Dio. Prescrive Agostino ai suoi monaci: “Il motivo essenziale per cui vi siete insieme riuniti è che viviate tutti unanimi nella casa e abbiate unità di mente e cuore protesi verso Dio”. A lui fa eco Teresa: “L’intenzione di fondare questo Istituto è stata di accettare per Religiose solamente quelle che, toccate da Dio, sono totalmente risolute di servire al Signore in vita comune, senza proprietà e con l’aiuto della propria anima aiutare anche molte altre”.

La vocazione più profonda di Agostino era la contemplazione; egli avrebbe voluto come la Maria del Vangelo restare immobile ai piedi del Signore, ma la carità di Cristo urge, spinge all'azione, la Chiesa ha bisogno e perciò accettò il ministero e si donò nell'apostolato. Anche Madre Teresa dovette combinare la contemplazione con l'azione. Voleva che ogni sua religiosa vivesse l'armonia tra la vita mistica e la vita attiva. N elle Costituzioni che diede alle sue figlie scrive: "Avendo l'onore e la grazia di avere in casa giorno e notte il SS. Sacramento non dovrebbero mai lasciarlo solo... ma poiché devono impiegarsi con tutto il loro potere a procurare il bene e la perfezione del prossimo lo faranno col cuore e con il desiderio".

Una contemplazione attiva, quindi, una contemplazione apostolica, missionaria, che genera e porta anime a Cristo.

Pregare e operare il bene sono il cuore del Vangelo: amore di Dio e amore del prossimo. Amare Dio totalmente. Quanto? "La misura dell’amore è non avere misura", dice Agostino, è divenire una sola cosa con Lui, fino a voler conoscere Lui solo e l'anima in cui Dio abita: "Che io conosca me, che io conosca te". Per questo Madre Teresa era solita pregare: “Dio solo, Anima sola ” ed esclamare: “Amate chi tanto ci ama!”.

E’ bello infine considerare che, oltre a tante somiglianze sul piano spirituale, sia Teresa, sia Agostino hanno vissuto l’esperienza della maternità e della paternità fisica che ha arricchito quella dello spirito. Un figlio è una persona che ti interpella, che ti mette in discussione, chiede amore, ascolto ma sa anche dare molto. Agostino e Teresa hanno visto nascere  i loro figli, inaspettati doni di Dio, e li hanno visti anche morire, tornare a Dio prima di coloro che li avevano generati. Questa esperienza di dono di sé vissuta nella paternità e nella maternità ha avuto un posto di rilievo nel cuore di Agostino, fondatore di monasteri e pastore del popolo d’Ippona, come nel cuore di Teresa, fondatrice ed educatrice.

Lo stile di vita che S. Agostino scelse per i suoi monaci sedici secoli fa, si è mantenuto vivo e attuale ed è diventato un modello per numerose Congregazioni e Istituti, maschili e femminili, un dono alla Chiesa e al mondo.

SERVE Dl GESU’ E MARIA

Essere “Serve di Gesù e Maria” è il carisma specifico della Congregazione fondata da Sr. Maria Teresa Spinelli. Serve come Gesù, il Servo del Padre che è venuto per servire e non per essere servito; serve come Maria, che si definisce la “serva del Signore” e che con il suo sì rende possibile l’incarnazione di Dio.

L'esigenza di identificazione al Cristo Servo sofferente e unico Mediatore tra Dio e gli uomini e il servizio è una caratteristica fondamentale della spiritualità di Madre Teresa Spinelli. Ella visse in una immolazione continua perché ogni uomo potesse vivere nel grembo della Chiesa. Il suo amore a Gesù Crocifisso arriva al punto di farsi vittima per la conversione dei peccatori. In una lettera del 31 maggio 1844 scrive: "Di cuore offro a Dio questa mia vita per consumarmi a vantaggio della Chiesa e dei poveri peccatori".

L'esperienza, poi, della mediazione in Cristo si fa esperienza profonda del sacerdozio regale. Arriva così quasi a contrattare col Signore: "Signore voi volete da me sacrifici per soddisfare la divina giustizia: io voglio da voiampia misericordia per tutti".

L'amore totale a Dio equivale al rinnegamento totale di sé. Madre Teresa visse come pellegrina verso l'assolutezza dell'amore fino a rinunciare a tutto per il servizio ai fratelli e far dono della sua vita soprattutto per coloro che la perseguitano. E richiese a noi sue figlie la povertà e la perfetta vita comune che aiutano ad amare Cristo servendo i fratelli fino al dono totale di noi stesse.

La sua felicità profonda è nel donarsi, nel trascendersi, nel darsi totalmente. Penetra il cuore di Dio e da lì vive il dramma dell'amore infinito di Dio per l'uomo e del rifiuto di questo amore. E’ l'urgente carità di Cristo che chiama al servizio dei fratelli.

Madre Teresa ritenne l'istruzione culturale, civile, morale e religiosa, in modo particolare della donna, la carità più urgente nella società del suo tempo: si sentì internamente ispirata a compiere la volontà di Dio che la chiamava a far del bene al prossimo con l'educazione della gioventù, consapevole che la formazione abilita l'uomo e lo rende più capace di comprendere l'altissimo compito a cui è chiamato: avvicinarsi sempre più all'immagine del suo Creatore.

Modello di questo spirito di servizio nella Chiesa è la Vergine Maria, l'umile Serva del Signore, modello nella fede, nella obbediente sottomissione all'azione dello Spirito, modello di contemplazione, di evangelizzazione e di premuroso servizio, di carità attenta e operosa, modello di fedeltà nel seguire Cristo fino alla croce, modello di preghiera ecclesiale come nella Pentecoste...

A questo modello di Madre e di Vergine la Fondatrice consacrò la sua opera e le sue figlie spirituali per sempre come a "Principale Patrona e Superiora".


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